Cos’è il test audiometrico e in cosa consiste
Sebbene sia una procedura sottovalutata, il check-up dell’udito dovrebbe rappresentare un test periodico fortemente consigliato, utile per poter prevenire o diagnosticare in maniera tempestiva dei disturbi nella percezione dei suoni che, se trascurati, potrebbero arrecare delle conseguenze serie e invalidanti.
Tra le varie procedure effettuabili a tale scopo, uno dei più semplici, affidabili e privi di invasività è certamente rappresentato dal test audiometrico, una indagine mediante la quale è possibile misurare il livello di udito con una soglia di precisione particolarmente accurata, permettendo così di rilevare eventuali cali non fisiologici e intervenire di conseguenza.
Come avviene il test audiometrico
Il test audiometrico avviene all’interno di una stanza insonorizzata, nella quale il paziente sarà esposto all’ascolto di suoni senza alcun tipo di interferenza. L’esame si avvalerà dell’uso di un paio di cuffie, che permetteranno al paziente di percepire i suoi in maniera ottimale, in modo tale da evitare eventuali errori di diagnosi.
Come intuibile, il test inizierà a sottoporre al paziente una serie di sequenze sonore che partono dalle frequenze più basse fino a raggiungere quelle più alte. Il paziente sarà dunque sottoposto a una serie di impulsi e, nel caso in cui riesca ad avvertire i suoni trasmessi, potrà confermarlo premendo un apposito pulsante presente nella cabina insonorizzata.
Tecnicamente, ricordiamo come nel test audiometrico le frequenze oscillano tra i 40 Hz agli oltre 20.000 Hz: molto dipende dall’età e dalla situazione clinica del soggetto, ben sapendo che la capacità di percezione delle sequenze sonore è inversamente proporzionale all’età. Ne deriva che i più piccoli possono arrivare a distinguere suoni anche a oltre 20.000 Hz, mentre gli anziani faticheranno a superare i 5.000 Hz.
Quando sottoporsi a un test audiometrico
Contrariamente a quanto si possa superficialmente pensare, il test audiometrico non dovrebbe essere effettuato una solo una volta che avviene l’insorgenza di qualche problema di udito, bensì anche all’interno di un piano di controlli di routine.
Eppure, nonostante la sua assenza di invasività e la sua utilità, la maggior parte dei pazienti procede a sottoporsi a questo esame solamente quando si ha un sospetto di deficit uditivo, arrivando così tardivamente alla possibilità di intercettare tempestivamente qualsiasi problema. Al di la di tale riflessione, si noti come i medici suggeriscano comunque di sottoporsi a questo test una volta superati i 30 anni, a meno che non vi siano delle ipoacusie, anche temporanee.
Test audiometrico, e non solo
Come il medico di riferimento potrà ben confermare, il test audiometrico rappresenta solamente una delle diverse opportunità di analisi delle proprie capacità uditive.
In particolare, dopo aver diagnosticato eventuali deficit percettivi mediante la misurazione dell’udito, è possibile che lo specialista possa richiedere di integrare i dati raccolti con nuove indagini accurate a livello specialistico, che l’otorinolaringoiatra potrà suggerire, anche sulla base dello stato di salute dell’orecchio e delle vie respiratorie.
Meglio dunque parlarne con il proprio medico, ancor prima che si avvertano dei problemi di udito.