Protesi totale del ginocchio: intervento, durata e tempi di recupero
L’artrosi del ginocchio (gonartrosi) inizia a manifestarsi con dolore, infiammazione, rigidità. Col passare del tempo, soprattutto se la patologia viene trascurata, i sintomi si intensificano, la rigidità articolare peggiora portando ad una riduzione della funzionalità articolare. Il rischio estremo è l’invalidità. La gonartrosi è una patologia degenerativa cronica destinata a peggiorare nel corso degli anni. Ad un certo punto, non basta più né la terapia farmacologica (FANS, antidolorifici, corticosteroidi) nè la Medicina Rigenerativa (PRP Plasma ricco di piastrine, Lipogems, cellule staminali, cellule mesenchimali).
Quando la cartilagine e l’osso subcondrale sono gravemente compromessi dall’artrosi la soluzione definitiva al problema è una sola: la protesi totale del ginocchio con tecnica mini-invasiva. Generalmente, la gonartrosi colpisce maggiormente le donne over 65 ma aumentano le richieste di impianto della protesi al ginocchio da parte degli uomini.
Che differenza c’è tra protesi totale e mono-compartimentale del ginocchio? Come viene effettuato l’intervento e quali sono i vantaggi di questa tecnica ‘meno invasiva’? Quanto dura e quali sono i tempi di recupero? Ecco la guida del Dottor Michele Massaro.
La protesi totale del ginocchio e monocompartimentale: differenze
Il ginocchio è costituito da tre compartimenti:
– Femoro-rotuleo dove rotula e femore si incontrano;
– Femorotibiale mediale che corrisponde all’interno del ginocchio;
– Femorotibiale laterale che equivale all’esterno del ginocchio.
L’artrosi può colpire un solo compartimento, due o tutti e tre. Quando compromette tutti e tre i compartimenti si parla di gonartrosi tricompartimentale.
La gonartrosi colpisce generalmente le persone anziane in quanto la degenerazione della cartilagine è fondamentalmente dovuta all’invecchiamento ma può interessare anche i giovani. I soggetti più colpiti sono le donne over 65, persone obese o in sovrappeso. Col tempo, la cartilagine si assottiglia sempre più fino a consumarsi del tutto: l’artrosi può danneggiare anche l’osso subcondrale con formazione di osteofiti.
La protesi totale del ginocchio va a sostituire tutti e tre i comparti, l’intera articolazione. Rimpiazza i condili femorali, il piatto tibiale e, se necessario, anche la superficie della rotula. La protesi parziale (monocompartimentale), al contrario, sostituisce un solo comparto danneggiato allo scopo di preservare gran parte dell’articolazione sana.
E’ possibile sostituire due comparti grazie all’impianto di una protesi bi-monocompartimentale.
Grazie alla chirurgia mini invasiva è possibile intervenire anche sulla gonartrosi bilaterale (che compromette entrambe le ginocchia) eseguendo un unico intervento.
Protesi ginocchio mini invasiva: caratteristiche
Il successo di un intervento di chirurgia mini invasiva si basa su tre fattori: utilizzo di una protesi tecnologicamente avanzata, grande abilità manuale di un chirurgo esperto e lavoro di squadra (chirurgo, medico, fisioterapista, anestesista).
La protesi mini invasiva è più piccola e resistente della protesi convenzionale, progettata con estrema precisione, sicura, anallergica, ad ancoraggio biologico, realizzata con materiali biocompatibili ed evoluti tra cui titanio, tantalio, polietilene con vitamina E. In particolare, il titanio è molto resistente, leggero, atossico, a bassa densità, resistente anche alla corrosione.
Le dimensioni ridotte della protesi permettono di ridurre tutto il resto: tempi (dimezzati) d’intervento, riabilitazione e recupero, incisione, cicatrice, trauma, perdita ematica.
Come è fatta la protesi mini invasiva?
Esistono diversi modelli che il chirurgo sceglie, di volta in volta, in base alle caratteristiche ed esigenze del paziente.
Il modello più avanzato è costituito da quattro elementi:
– placca ricurva (alla parte superiore) in titanio o in lega di cobalto/cromo;
– placca piatta destinata a rivestire la parte superiore della tibia, anche questa realizzata in titanio oppure in lega di cobalto/cromo;
– elemento posto tra le due placche che le separa;
– rotula artificiale in polietilene addizionato da vitamina E.
Essendo realizzata con materiali inerti, il rischio di rigetto è azzerato.
Viene avvertita dai pazienti come un elemento naturale, fedele alla biomeccanica del corpo. Dura 20-25 anni, a volte 30 anni.
Ogni anno, in Italia, la protesi ginocchio mini invasiva consente a 80mila persone di tornare a camminare normalmente.
Protesi totale del ginocchio: l’intervento ‘gentile’ di chirurgia mini invasiva
La protesi totale mini invasiva del ginocchio ripristina la funzionalità articolare, riduce o elimina dolore e rigidità, corregge eventuali deformità della gamba.
Durante l’intervento il chirurgo non incide il quadricipite (come succede per l’impianto della protesi convenzionale). L’incisione viene eseguita in sede pararotulea mediale evitando di sezionare tendine e fibre muscolari. In alternativa, il chirurgo procede divaricando delicatamente le fibre del vasto mediale.
La tecnica mini invasiva rispetta il corpo, preserva i tessuti sani (muscoli, massa ossea, tessuti molli), salva il salvabile. La minore invasività consente tempi d’intervento (40-60 minuti al massimo), di riabilitazione e di recupero più rapidi. Vengono preservati soprattutto i legamenti crociati anteriore e posteriore (se sani), essenziali per mantenere il movimento articolare fisiologico, la propriocezione e la cinematica.
L’incisione è minima (margine di 8 cm): di conseguenza, la cicatrice risulterà meno evidente.
Si riducono anche le complicanze post-operatorie (lussazioni, infezioni) e l’attrito fra le componenti protesiche.
Protesi totale del ginocchio: tempi di recupero
Dopo l’intervento, il recupero è rapido e graduale. L’articolazione verrà subito mobilizzata (poche ore dopo l’operazione) per riattivare la muscolatura e ridurre il dolore.
Per i 7-10 giorni successivi all’operazione, il paziente assumerà anticoagulanti, analgesici, indosserà calze contenitive per 5 settimane. In genere, viene dimesso dopo 4-5 giorni. Alcuni pazienti preferiscono seguire il percorso di riabilitazione in ospedale per ulteriori 10-12 giorni, non a domicilio. La fisioterapia include specifici esercizi e l’utilizzo della macchina Kinetec (CPM).
Una volta concluso il ciclo di fisioterapia, il paziente potrà tornare a casa. Riprenderà le normali attività quotidiane dopo 2-4 settimane, mentre la completa guarigione avverrà in 3-6 mesi.
Una volta trascorse 8 settimane dall’intervento, il paziente potrà riprendere una leggera attività fisica a basso impatto (ciclismo, nuoto, golf, trekking, sci di fondo). Sono assolutamente sconsigliati sport da contatto (arti marziali) e ad alto impatto (calcio, basket, tennis).
Protesi totale del ginocchio cementata o non cementata?
Per l’impianto di una protesi ginocchio mini invasiva, esistono due metodi di fissaggio: con o senza cemento. Quale preferire?
La scelta tra protesi cementata o non cementata dipende dal livello di attività, condizioni fisiche, età, esigenze del paziente.
In genere, per i soggetti anziani (con fragilità ossea, meno attivi) e le persone in grave sovrappeso si sceglie la protesi cementata, mentre quella non cementata (ad ancoraggio biologico) è più indicata per i giovani, più attivi e con una migliore densità ossea.
Ad ogni modo, gli studi dimostrano che le protesi cementate e non cementate portano a risultati simili.