Caffè al ginseng deca: la soluzione per gli intolleranti alla caffeina
Caffè normale o deca? Per chi è intollerante alla caffeina, la scelta è quasi scontata. Quasi perché, in realtà anche il normale deca contiene un minimo quantitativo di caffeina. Meglio allora optare per altre alternative al classico espresso, come il caffè al ginseng.
Come riconoscere l’intolleranza alla caffeina?
L’intolleranza nasce, in genere, da un consumo eccessivo di caffè ma, per sicurezza, è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.
I sintomi si manifestano dopo l’assunzione della bevanda e possono provocare:
- nausea
- tremori
- insonnia o sonno agitato
- bruciore e acidità di stomaco
- mal di pancia e/o diarrea
- tachicardia
Ovviamente, questi sintomi non si manifestano tutti assieme e variano a seconda delle persone, ma è bene non trascurarli perché con il tempo potrebbero aggravarsi. Se, però, cessando di bere caffè anche essi scompaiono, probabilmente si è intolleranti.
Perché il ginseng deca è indicato per chi ha un’intolleranza alla caffeina…
Il caffè al ginseng è un’alternativa naturale e salutare al normale caffè, con il quale condivide il formato in tazzina e le doti energizzanti. Tuttavia, contenendo un quantitativo di caffeina davvero irrilevante, ne minimizza gli effetti negativi.
Il caffè al ginseng deca, poi, è ancora meglio perché è completamente privo di caffeina e, quindi:
- non è eccitante – e, dunque, non provoca insonnia
- è più digeribile – può berlo anche chi soffre di gastrite o reflusso
- non fa aumentare i valori del colesterolo cattivo
Anche una ricerca dell’Università di Bologna a cura del professor Enzo Spinsi, conferma che il decaffeinato non fa male perché il metodo dell’anidride carbonica con cui avviene la decaffeinizzazione, infatti, è sicuro per la salute.
…E, nel migliore dei casi, anche agli intolleranti al lattosio
Molti dei caffè al ginseng, deca o classici, presenti in commercio contengono lattosio. Al giorno d’oggi, però, molte aziende hanno pensato anche a chi è intollerante a questo zucchero e producono caffè al ginseng privi di lattosio e/o senza zuccheri aggiunti in generale. I più attenti, poi, hanno pensato anche ai celiaci, realizzando prodotti adatti anche a chi soffre di questo disturbo.
Ecco perché il caffè al ginseng non fa male
La maggior parte dei benefici del caffè al ginseng dipendono dalla presenza di Panax Ginseng, con la quale viene prodotto questo tipo di caffè.
Si tratta di una radice, prevalentemente di origine orientale, molto salutare per l’organismo. Conosciuta da duemila anni, già nell’antica Cina la sua polvere veniva mischiata al tè per ottenere una bevanda rinvigorente per il corpo e lo spirito. In Occidente, poi, il tè è stato sostituito con il caffè in modo da incontrare maggiormente il gusto europeo.
La bevanda che beviamo attualmente, dunque, nasce dall’unione del caffè con la radice di ginseng, che:
- contribuisce a migliorare il tono dell’umore
- stimola memoria e concentrazione, particolarmente efficace per gli studenti in periodo esame
- ha effetti tonificanti ed energizzanti che sono soprattutto utili agli atleti e agli amatori che praticano sport di resistenza come ciclismo, podismo, nuoto e sci di fondo
- aiuta a combattere lo stress
- è un afrodisiaco naturale perché combatte la disfunzione erettile e stimola la funzione sessuale sia negli uomini sia nelle donne – lo dimostra anche uno studio condotto dalla University of Guelph, Canada
- rafforza le difese immunitarie perché stimola la produzione di anticorpi e interferone
Insomma, non c’è che dire, il caffè al ginseng, soprattutto deca, non fa affatto male all’organismo!
Una tazza di caffè al ginseng deca al giorno va bene?
Non esiste una dose specifica che indichi il numero di ginseng che si possono bere al giorno. Tuttavia, è in genere consigliato non superare le 2-3 tazze grandi o le 4 tazzine al giorno, anche per la versione deca.
In alcuni casi particolari, invece, sarebbe meglio evitare del tutto di berlo:
- in gravidanza
- durante l’allattamento
- in concomitanza con l’assunzione di farmaci come gli antidepressivi